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venerdì 3 giugno 2011

2 Giugno, festa della Repubblica

Il nostro Paese festeggia per la 65° volta la proclamazione della Repubblica, data storica non solo per il risultato delle
votazioni ma anche perché, per la prima volta in Italia, a votare furono anche le donne . Un risultato molto importante, quindi, quello a cui si arrivò con il referendum del 2 Giugno, data che segnò l'inizio della Prima Repubblica Italiana, sicuramente il periodo più oscuro e misterioso della storia del nostro Paese, dove a dominare era soprattutto la classe dirigente; il popolo, ancora segnato dalla guerra e dalla povertà (si stimava che all'epoca il 47% degli italiani fosse analfabeta), non viveva molto bene . Poi la situazione cambiò radicalmente, soprattutto grazie agli aiuti finanziari degli USA, infatti crebbero il PIL e il reddito pro capite con cifre che fin'ora rimangono imbattute. Il governo fu per 47 anni consecutivi, dal 1946 al 1993 (anche questo un record tutt'ora imbattuto) completamente democristiano. In questo periodo l'Italia registrò picchi di occupazione record pari all' 80% con una crescita industriale dell'84%. Nel 1961, nell'anno del centenario dell'unità d'Italia, il presidente americano J.F.Kennedy elogiò il nostro Paese dicendo:"Tutti noi, nel senso più vasto, dobbiamo qualcosa all’ esperienza italiana. È un fatto storico straordinario: ciò che siamo e in cui crediamo ha avuto origine in questa striscia di terra che si protende nel Mediterraneo. Tutto quello per la cui salvaguardia combattiamo oggi ha avuto origine in Italia, e prima ancora in Grecia. [...] Il Risorgimento, da cui è nata l’Italia moderna, come la Rivoluzione americana che ha dato le origini al nostro Paese, è stato il risveglio degli ideali più radicati della civiltà occidentale: il desiderio di libertà e di difesa dei diritti individuali. Lo Stato esiste per proteggere questi diritti, che non ci vengono grazie alla generosità dello Stato. Questo concetto, le cui origini risalgono alla Grecia e all’ Italia, è stato, secondo me, uno dei fattori più importanti nello sviluppo del nostro Paese. [...] Per quanto l’Italia moderna abbia solo un secolo di vita, la cultura e la storia della penisola italiana vanno indietro di oltre duemila anni. La civiltà occidentale, come la conosciamo oggi, le cui tradizioni e valori spirituali hanno dato grande significato alla vita occidentale in Europa dell’Ovest e nella comunità Atlantica, è nata sulle rive del Tevere". Certamente queste parole dovrebbero renderci orgogliosi di quello che siamo e della storia che abbiamo alle spalle (eccetto qualche periodo) e mai come ora, in questo momento di difficoltà, aggravata per lo più da un governo che amministra in modo a dir poco osceno, sprecando e scialacquando soldi pubblici a destra e a manca, dobbiamo alzare la testa e lavorare affinché il nostro Paese si rialzi, perché, come cita il 1° articolo della Costituzione, "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Purtroppo i politici odierni hanno mal interpretato la parola Repubblica che, in latino res publica, significa cosa(res) di tutti(publica), e ancora più letteralmente, cosa nostra, che, capite, come aggettivo, non suona molto bene. Gli inglesi però hanno risolto questo "qui pro quo" traducendo la parola Repubblica con "Commonwealth", cioè bene comune; questo è il vero significato di Repubblica, qualcosa che ognuno di noi deve trattare bene perché appartiene a noi come agli altri, ed è proprio questo che si è perso oggi, il senso del rispetto civico nei confronti dei beni comuni, cioè dello Stato.

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