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lunedì 9 maggio 2011

Un barbiere per il signor Vincenzo!

A cosa può portare la disperazione per la morte di un proprio caro? Immaginiamo adesso, che questo caro, sia proprio vostro figlio. Immaginate che questa persona sia stata uccisa davanti ai vostri occhi. A questo punto, non può mancare un pizzico di mistero: non si sa perché sia stato assassinato e da chi.
Non vi sembra di aver già sentito qualcosa di simile? Mi riferisco al caso Nino Agostino, uomo della scorta di Giovanni Falcone, ucciso il 5 agosto '89 assieme alla moglie Ida Castelluccio che portava in grembo il loro bambino, davanti agli occhi increduli del padre Vincenzo.
Da quel funesto giorno, quest'ultimo, non si taglia più né barba né capelli come forma di protesta contro chi di dovere, in quanto sulla loro morte si è indagato poco, se non nulla, fino ad arrivare alla sentenza del 2005 dove la questura di Palermo impone sul caso il segreto di stato.
Antonino oltre ad essere un poliziotto, faceva parte dei servizi segreti. In quel periodo stava indagando intorno al fallito attentato dell’Addaura. Probabilmente venne eliminato in seguito a qualche sua scoperta sul caso, eppure il
collaboratore di giustizia Oreste Pagano ha dichiarato che «è stato ucciso perché voleva rivelare i legami mafiosi con alcuni della questura di Palermo. Anche sua moglie sapeva: per questo hanno ucciso anche lei». Inoltre secondo il pentito di mafia Giovanbattista Ferrante, Totò Riina ordinò un'indagine interna a Cosa Nostra per individuare i responsabili dell'omicidio, ma «Anche lui non riuscì a sapere nulla».
Ma il mistero non finisce qui! La sera stessa della strage (perché è stata una strage!) la polizia riportò al signor Vincenzo il portafoglio del figlio. Questi, non capendo che cosa se ne potesse fare, lo lancio contro il muro, facendolo cadere rovinosamente e scoprendo degli appunti del figlio. Tra questi ne emerge uno in particolare che recitava qualcosa di simile: " Se dovesse accadermi qualcosa, cercate nel mio armadio.". I poliziotti se ne accorsero e con la figlia si diressero in casa Agostino controllando il suddetto armadio. Infine se ne andarono concludendo: "Abbiamo preso tutto, possiamo andarcene."

Cosa avranno mai trovato tra le memorie di Nino? Qualcosa di così compromettente per cui valga la pena di imporre il segreto di stato su un simile omicidio? Probabilmente non lo sapremo mai. Eppure i suoi genitori, i suoi amici, conoscenti, anche persone che non hanno mai conosciuto direttamente Nino, non smettono di chiedere chiarezza, giorno per giorno affinché tutti noi potremo rivedere il volto del signor Vincenzo, offuscato da così tanta “sfortuna”.
Invito inoltre, chiunque volesse, a firmare via web per togliere il segreto di stato su questo delitto. Di seguito il Link:
http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=4013&catid=21&Itemid=42

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