Oggi, 24 Maggio 2011, si è svolto a Ragusa, in piazza San Giovanni, un incontro a scopo informativo sugli innumerevoli vantaggi che il rinnovamento, quindi il riutilizzo, dei rifiuti, tramite una “sana” e operativa raccolta differenziata, porterebbero alla nostra città e al nostro paese. Un video ha mostrato ai ragazzi scene di quartieri e intere città letteralmente invase da sacconi di immondizia e rifiuti di ogni tipo. Noi dal piccolo della nostra amata Ragusa non possiamo renderci conto dell’ amara situazione fuori dalla bolla di pace e tranquillità dentro cui viviamo. Recenti dati testimoniano che dal 2000 al 2011 la quantità di rifiuti urbani è aumentata da 25 a 30 milioni di tonnellate. Se a questi aggiungiamo i rifiuti speciali, 46,8 milioni di tonnellate, e i rifiuti inerti, 40 milioni di tonnellate, superiamo le 100 tonnellate di rifiuti annue (2.720.522 in Sicilia e solo il 6% viene riciclato). Lascio a voi ogni possibile commento di indignazione, e mi concentro su un altro dato, perché tra le poche cose buone che lo stato italiano ha fatto negli ultimi anni, c’è l’entrata in vigore di una legge, che stima che nel 2012 in Italia la bellezza del 65% dei rifiuti verranno sottoposti al riciclo. Perché questi dati non restino solo numeri occorre un intervento responsabile e diligente di ogni cittadino dotato di buon senso.
Vorrei iniziare scrivendo una piccola curiosità: i rifiuti non sono altro che un nostro capriccio! Tutto ciò che non è biodegradabile, cioè che la natura non è in grado di smaltire, è prodotto dall’uomo, per aumentare le proprie comodità; nello stato originale di natura non esistono rifiuti, visto che questa è in grado di trasformare e riutilizzare tutto ciò prodotto da se stessa. Ogni cosa prodotta artificialmente è, invece, causa di un problema enorme, davanti cui l’uomo, inerme, è costretto alla resa, l’inquinamento.
Di questo passo, visto l’immenso numero di rifiuti prodotti quotidianamente, la vitalità media umana conoscerà un calo vertiginoso, che porterà ad una decimazione della popolazione mondiale.
Ma se è vero che l’ottimismo è il “profumo” della vita, non ci resta che pensare positivamente, e una volta diagnosticata la “malattia”, non ci resta che pensare alla cura, e non esiste cura più efficace della raccolta differenziata. In poche parole basterà semplicemente “trasformare” ogni nostro rifiuto, seguendo la regola delle “quattro R”:
- Riduzione – scegliere i prodotti a uso ripetuto, quelli con minor imballaggio o con confezioni biodegradabili, evitando gli sprechi a monte;
- Riutilizzo – riutilizzare, ad esempio, le bottiglie di vetro, il lato bianco delle fotocopie per prendere appunti e tutto quello che può essere riutilizzato prima di buttarlo.
- Riciclo – separare i rifiuti riciclabili e conferirli negli appositi cassonetti o sacchi della raccolta differenziata in modo che possano essere avviati al processo di riciclaggio, utilizzati come “materie prime secondarie”;
- Recupero di energie – le strategie europee indicano la possibilità di recuperare energia, ad esempio mediante trattamento termico, o digestione anaerobica.
Questo è un approccio transitorio, in attesa di una riprogettazione che possa rendere tali materiali riciclabili o riutilizzabili.
Comunque in questo mondo pieno di incertezze non possiamo ancora attendere che qualcuno prenda le redini della situazione e risolva ogni problema, ma sta a noi prenderci cura di noi stessi nel modo migliore possibile, ed è inutile parlare di un amore per la nostra terra se poi non iniziamo da queste piccolezze. Rispettando le 4 R di cui parlo sopra non solo avremmo un numero minimo di rifiuti, così abbassando il tasso di inquinamento, ma avremmo una terra più pulita e odori più gradevoli di quelli che si respirano nelle strade di ogni città. È sintomo di stoltezza continuare a fregarsene, perché è questo quello che la gente fa di fronte a queste tematiche, così pagando i 500 euro di tasse per lo smaltimento di rifiuti nelle discariche. Ma che senso ha tutto questo? Cosa ci costa fare una raccolta differenziata? Sarà forse pigrizia? Se ormai non rispettiamo l’ambiente in cui viviamo solo per pigrizia, fin dove arriveremo?
È importante infondere fra noi giovani, il convincimento che il consumo, fine a se stesso, è una strada senza sbocchi e senza futuro, e che anche i rifiuti possono diventare una risorsa e un’opportunità. In fondo, basta poco…
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